In occasione della festa di Tutti i Santi
GIOVANNI PAOLO II
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Oggi la Chiesa, come dice la Liturgia, ha "la gioia di celebrare in un'unica festa i meriti e la gloria di tutti i Santi" (Orazione Colletta): non solo di quelli che essa ha proclamato nel corso dei secoli, ma anche degli innumerevoli uomini e donne la cui santità, nascosta in questo mondo, è ben nota a Dio e risplende nel suo Regno eterno.
Nel clima spirituale della comunione dei Santi, mi è caro ricordare i nove Fratelli e Sorelle che sono stati canonizzati nel corso dell'ultimo anno: Alonso de Orozco; Ignazio da Santhià; Umile da Bisignano; Paulina do Coração Agonizante de Jesus; Benedetta Cambiagio Frassinello; Pio da Pietrelcina; Pedro de San José Betancur; Juan Diego di Guadalupe; Josemaría Escrivá de Balaguer.
Pensando a questi luminosi testimoni del Vangelo, rendiamo grazie a Dio, "fonte di ogni santità", per averli donati alla Chiesa ed al mondo. Con il loro esempio, essi dimostrano che "tutti i fedeli - come insegna il Concilio - sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità" (Lumen gentium, 40), tendendo alla "misura alta" della vita cristiana ordinaria (cfr Lett. ap. Novo millennio ineunte, 31).
2. La festa odierna ci invita a volgere lo sguardo al Cielo, meta del nostro pellegrinaggio terreno. Là ci attende la festosa comunità dei Santi. Là ci ritroveremo con i nostri cari defunti, per i quali s’eleverà la preghiera nella grande commemorazione liturgica di domani.
I fedeli cristiani e le famiglie si recano in questi giorni nei cimiteri, dove riposano i resti mortali dei loro congiunti, in attesa della risurrezione finale. Anch'io ritorno spiritualmente alle tombe dei miei cari, dove ho avuto occasione di sostare recentemente, durante il viaggio apostolico a Cracovia.
Il 2 novembre, però, ci chiede di non dimenticare, anzi, in un certo senso di privilegiare nella preghiera le anime di tanti defunti che nessuno ricorda, per affidarli all'abbraccio della divina Misericordia. Penso in particolare a tutti coloro che, nell'anno trascorso, hanno lasciato questo mondo. Prego soprattutto per le vittime dei fatti di sangue, che nei mesi scorsi ed anche in questi giorni hanno continuato ad affliggere l'umanità. La commemorazione di tutti i defunti non può non essere anche una corale invocazione di pace: pace per chi ha vissuto, pace per chi vive, pace per chi vivrà.
3. Nella gloria del Paradiso risplende la Vergine Maria, che Cristo ha incoronato Regina degli Angeli e dei Santi. A Lei, "segno di sicura speranza e di consolazione" (Lumen gentium, 68), guarda la Chiesa pellegrinante, desiderosa di congiungersi a quella trionfante nella patria celeste. A Maria Santissima affidiamo tutti i defunti, perché sia loro concessa la beatitudine eterna.
Negli ultimi giorni si sono verificati violenti fenomeni sismici in Sicilia e in altre zone dell’Italia centro-meridionale, che hanno provocato gravi sofferenze e disagi a quelle care popolazioni. In particolare, nella giornata di ieri, un terremoto di forte intensità ha interessato il Molise, con danni in Puglia e in Abruzzo.
Desidero esprimere la mia profonda vicinanza spirituale alle persone colpite da questi tragici eventi, pensando specialmente ai bambini coinvolti nel crollo di un edificio scolastico a San Giuliano di Puglia. Mentre elevo al Signore la mia accorata preghiera per le vittime e per i loro familiari, rivolgo una affettuosa parola di incoraggiamento ai sopravvissuti e a quanti sono impegnati nei soccorsi, auspicando che siano sostenuti dalla solidarietà dell’intera Nazione.
Monday, October 31, 2005
Sunday, October 23, 2005
L'unita' della Fede
Dice Paolo in 1 Tim.3,14: " voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità."
Alcuni singoli o gruppi sostengono di essere loro la colonna e il sostegno della verità ma non intendono riconoscersi nella legittima autorità della Chiesa appropriandosi perfino della parola "Cattolica" col pretesto che significa "universale" e che include tutti senza alcuna distinzione.
Rifiutano un organo vitale del Corpo di Cristo, costituito da pastori, dottori, evangelisti ben determinati e pensano di farne pienamente parte, pur senza riconoscere le persone ad essa preposte.
Se tutti rivendicano di essere "nati di nuovo" ma appartengono a denominazioni differenti, si determina la inevitabile confusione che di fatto esiste tra le diverse confessioni .
Si ricordi anche che Apollo, pur essendo molto ben disposto e preparato non aveva una accurata conoscenza della fede. Dice Atti 18,24 . Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio.
Se Apollo avesse rifiutato le spiegazioni avute ma si fosse intestardito con le sue convinzioni, avremmo avuto una scissione di un "nato di nuovo" fuori dall’unica vera Chiesa. In quel caso non avvenne ma avvenne purtroppo già con Imeneo e Fileto come afferma Paolo (2Tim.2,17).
Vediamo quali sono le ragioni per ritenere che la casa di Dio, la Chiesa del Dio vivente, di cui egli parla, sia la Chiesa Cattolica, intesa come realtà storicamente e sociologicamente identificabile, e non astratta, vaga, senza credenziali per poter interpretare, insegnare, amministrare i doni di Dio e trasmettere fedelmente la Parola.
Per identificare senza fraintendimenti la Chiesa Cattolica aggiungo il termine "romana" , per semplice specificazione anche se tale termine è usato generalmente con un certo disprezzo dai non cattolici.
1) La continuità storica di questa Chiesa.
Paolo ripete a più riprese l’importanza di custodire il deposito, affidandolo a persone fidate e ben individuabili, dicendosi anche certo che il Signore l’avrebbe custodito Egli stesso col suo potere "FINO A QUEL GIORNO"
1TIM. 6,20 O TIMOTEO, CUSTODISCI IL DEPOSITO.
2 TIM.1,14 CUSTODISCI IL BUON DEPOSITO PER MEZZO DELLO SPIRITO SANTO.
2TIM.2.1 LE COSE CHE HAI UDITO DA ME…TRASMETTILE A PERSONE FIDATE CHE SIANO IN GRADO DI AMMESTRARE ANCHE GLI ALTRI.
2TIM.3.4 TU RIMANI SALDO IN QUELLO CHE HAI IMPARATO SAPENDO DA CHI L’HAI APPRESO.
2 TIM.1,12 …SONO CONVINTO CHE (IL SIGNORE) HA IL POTERE DI CUSTODIRE IL DEPOSITO FINO A QUEL GIORNO.
Se ad un certo punto della sua storia, la Chiesa avesse smesso di custodire e trasmettere il vero ed unico deposito della Fede, ci troveremmo di fronte a varie contraddizioni bibliche. In primo luogo non si sarebbe avverata la predizione di Cristo:"le porte degli inferi non prevarranno mai contro di essa". Inoltre se si fosse interrotta la continuità di trasmissione del deposito, Cristo non sarebbe in grado di custodirlo, mentre Paolo afferma la sua certezza nel potere di Cristo a tale riguardo.
Vi è anche da considerare che una apostasia generalizzata, profetizzata da Paolo a proposito del ritorno di Cristo in 2 Tess.2, 3, avverrà alla fine dei tempi e non prima (anche se nella storia vi sono stati casi di apostasia). In ogni caso tale apostasia riguarderà l’allontanamento massiccio dei fedeli dalla verità custodita dalla Chiesa e non la modifica del deposito destinato a rimanere integro fino alla fine. (L’allontanamento dalla Chiesa cattolica da parte di molti ai nostri giorni, soprattutto per quanto riguarda la pratica di vita, dovrebbe far molto riflettere, anche come ulteriore elemento che si tratta della vera Chiesa).
2) La successione apostolica ricevuta per mezzo della imposizione delle mani, dai tempi apostolici fino ai nostri giorni, sia per designare l’"amministratore preposto alla Casa del Signore", fino al Suo ritorno"(Luca 12,41ss), sia per designare i vescovi posti per pascere il suo gregge, i quali amministrano in comunione con l’amministratore posto a capo o che ne fanno le veci in caso di sede temporaneamente vacante.
Dice infatti 1 Tim 4,14: Non trascurare il dono spirituale che è in te e che ti è stato conferito, per indicazioni di profeti, con l'imposizione delle mani da parte del collegio dei presbiteri. 15Abbi premura di queste cose, dèdicati ad esse interamente perché tutti vedano il tuo progresso. 16Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo salverai te stesso e coloro che ti ascoltano.
I prodigi e i segni che si sono perpetuati in tanti santi e sante in tutti i vari secoli trascorsi.
Gesù infatti aveva indicato i segni che avrebbero accompagnato i credenti. (Marco 16,17 -vedi anche 1 Cor.12 )
Gli innumerevoli frutti conseguenti alla Fede operante per mezzo della carità, che hanno contraddistinto i vari secoli cristiani. Sono stati frutti di grande valore che hanno portato evangelizzazione in tutto il mondo conosciuto, molte conversioni, salvaguardia della dottrina, costituzione di ordini religiosi dediti alla cura dei corpi e delle anime, alla copiatura a mano della Bibbia, alla cura dei poveri, degli analfabeti, dei reietti della società, alla costituzione di scuole, di ospedali, di luoghi di assistenza per ogni tipo di bisogni, delle varie Caritas e delle numerosissime associazioni cattoliche organizzate ed operanti oggi per rendere concreta la carità. (Per una minima documentazione vedasi http://groups.msn.com/DIFENDERELAVERAFEDE/opereefrutti.msnw
5) L’unità dottrinale, non contraddittoria con tutte le chiarificazioni opportune a seconda delle varie eresie mosse contro di essa, per dissipare i dubbi e confermare i fratelli nell’unica fede (LUCA 22,32 IO HO PREGATO PER TE, CHE NON VENGA MENO LA TUA FEDE, E TU UNA VOLTA RAVVEDUTO CONFERMA I TUOI FRATELLI) (Ef.4,5 "un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo").
La presenza di lupi rapaci in seno alla Chiesa.
Paradossalmente, mentre per molti questo sarebbe un elemento per esprimere un giudizio solo negativo, se ben analizzato è invece un motivo in più per ritenere che la Chiesa Cattolica, la quale ammette di avere al suo interno tali lupi, è l’unica vera.
Dice infatti Paolo in Atti 20, 29: Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; 30 perfino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé.
1Gv.2,19 dice: Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma doveva rendersi manifesto che non tutti sono dei nostri.
Storicamente sono le altre confessioni che si sono staccate da quella cattolica e non viceversa.
La Chiesa Cattolica sa esaminare tutto e trattenere ciò che vale. Nell’unica fede cattolica si riconoscono tante espressioni diverse, di metodi di evangelizzazione o di insegnamento, di carismi, di forme artistiche, di liturgia, di modi diversi per venire incontro ai bisogni degli uomini: che vengono valorizzati e ricondotti all’unità della fede. Unità che non significa uniformità ma partecipazione allo stesso Corpo di Cristo, ciascuno con la propria peculiare funzione.
Il riconoscimento dei libri ispirati, che formano sia il VT che il NT è avvenuto nell’ambito della Chiesa Cattolica, sulla base della custodia e della trasmissione costante e gelosa che avveniva nelle maggiori chiese. Non è logico accordare alla Chiesa il credito sui libri del NT che essa ha ritenuto ispirati, e non accordarle invece il credito sulla interpretazione che viene invece lasciato alla mercè di chiunque, in base al principio del libero esame che provoca scissioni a catena.
10) La Rivelazione è completa ma non tutto è ancora stato esplicitato o pienamente compreso. Ecco perché è necessario che sul fondamento già posto, e accanto al quale non può esserne posto un altro, la Chiesa continua a costruire con oro, argento e pietre preziose di approfondimento, di ulteriore conoscenza della Parola, con l’aiuto del Signore che suscita in essa maestri e dottori. La Parola non è statica e non può rimanere crocifissa, ma è sempre viva e vivificante. Pertanto le verità di fede che si trovano nelle Scritture non vengono mai messe da parte, ma sempre meglio comprese, enucleate e fedelmente esposte soprattutto dai vescovi che hanno un carisma sicuro di verità.
Siccome le altre confessioni religiose non hanno tutti questi elementi di riconoscimento, considerati simultaneamente tutti insieme, (qualcuno può anche essere posseduto ) è da ritenere che non possiedono la pienezza: potrebbero essere forse come "altre pecore" che il Signore deve condurre ugualmente e che comunque possono avere parti importanti di verità, pur non avendo tutta la ricchezza del deposito accumulato fino ad oggi dalla Chiesa Cattolica con l’aiuto dello Spirito Santo che la guida alla verità tutta intera.
Auguriamo a tutti che possano godere con noi di questo vantaggio senza correre i rischi presenti nei movimenti alternativi.
Alcuni singoli o gruppi sostengono di essere loro la colonna e il sostegno della verità ma non intendono riconoscersi nella legittima autorità della Chiesa appropriandosi perfino della parola "Cattolica" col pretesto che significa "universale" e che include tutti senza alcuna distinzione.
Rifiutano un organo vitale del Corpo di Cristo, costituito da pastori, dottori, evangelisti ben determinati e pensano di farne pienamente parte, pur senza riconoscere le persone ad essa preposte.
Se tutti rivendicano di essere "nati di nuovo" ma appartengono a denominazioni differenti, si determina la inevitabile confusione che di fatto esiste tra le diverse confessioni .
Si ricordi anche che Apollo, pur essendo molto ben disposto e preparato non aveva una accurata conoscenza della fede. Dice Atti 18,24 . Priscilla e Aquila lo ascoltarono, poi lo presero con sé e gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio.
Se Apollo avesse rifiutato le spiegazioni avute ma si fosse intestardito con le sue convinzioni, avremmo avuto una scissione di un "nato di nuovo" fuori dall’unica vera Chiesa. In quel caso non avvenne ma avvenne purtroppo già con Imeneo e Fileto come afferma Paolo (2Tim.2,17).
Vediamo quali sono le ragioni per ritenere che la casa di Dio, la Chiesa del Dio vivente, di cui egli parla, sia la Chiesa Cattolica, intesa come realtà storicamente e sociologicamente identificabile, e non astratta, vaga, senza credenziali per poter interpretare, insegnare, amministrare i doni di Dio e trasmettere fedelmente la Parola.
Per identificare senza fraintendimenti la Chiesa Cattolica aggiungo il termine "romana" , per semplice specificazione anche se tale termine è usato generalmente con un certo disprezzo dai non cattolici.
1) La continuità storica di questa Chiesa.
Paolo ripete a più riprese l’importanza di custodire il deposito, affidandolo a persone fidate e ben individuabili, dicendosi anche certo che il Signore l’avrebbe custodito Egli stesso col suo potere "FINO A QUEL GIORNO"
1TIM. 6,20 O TIMOTEO, CUSTODISCI IL DEPOSITO.
2 TIM.1,14 CUSTODISCI IL BUON DEPOSITO PER MEZZO DELLO SPIRITO SANTO.
2TIM.2.1 LE COSE CHE HAI UDITO DA ME…TRASMETTILE A PERSONE FIDATE CHE SIANO IN GRADO DI AMMESTRARE ANCHE GLI ALTRI.
2TIM.3.4 TU RIMANI SALDO IN QUELLO CHE HAI IMPARATO SAPENDO DA CHI L’HAI APPRESO.
2 TIM.1,12 …SONO CONVINTO CHE (IL SIGNORE) HA IL POTERE DI CUSTODIRE IL DEPOSITO FINO A QUEL GIORNO.
Se ad un certo punto della sua storia, la Chiesa avesse smesso di custodire e trasmettere il vero ed unico deposito della Fede, ci troveremmo di fronte a varie contraddizioni bibliche. In primo luogo non si sarebbe avverata la predizione di Cristo:"le porte degli inferi non prevarranno mai contro di essa". Inoltre se si fosse interrotta la continuità di trasmissione del deposito, Cristo non sarebbe in grado di custodirlo, mentre Paolo afferma la sua certezza nel potere di Cristo a tale riguardo.
Vi è anche da considerare che una apostasia generalizzata, profetizzata da Paolo a proposito del ritorno di Cristo in 2 Tess.2, 3, avverrà alla fine dei tempi e non prima (anche se nella storia vi sono stati casi di apostasia). In ogni caso tale apostasia riguarderà l’allontanamento massiccio dei fedeli dalla verità custodita dalla Chiesa e non la modifica del deposito destinato a rimanere integro fino alla fine. (L’allontanamento dalla Chiesa cattolica da parte di molti ai nostri giorni, soprattutto per quanto riguarda la pratica di vita, dovrebbe far molto riflettere, anche come ulteriore elemento che si tratta della vera Chiesa).
2) La successione apostolica ricevuta per mezzo della imposizione delle mani, dai tempi apostolici fino ai nostri giorni, sia per designare l’"amministratore preposto alla Casa del Signore", fino al Suo ritorno"(Luca 12,41ss), sia per designare i vescovi posti per pascere il suo gregge, i quali amministrano in comunione con l’amministratore posto a capo o che ne fanno le veci in caso di sede temporaneamente vacante.
Dice infatti 1 Tim 4,14: Non trascurare il dono spirituale che è in te e che ti è stato conferito, per indicazioni di profeti, con l'imposizione delle mani da parte del collegio dei presbiteri. 15Abbi premura di queste cose, dèdicati ad esse interamente perché tutti vedano il tuo progresso. 16Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo salverai te stesso e coloro che ti ascoltano.
I prodigi e i segni che si sono perpetuati in tanti santi e sante in tutti i vari secoli trascorsi.
Gesù infatti aveva indicato i segni che avrebbero accompagnato i credenti. (Marco 16,17 -vedi anche 1 Cor.12 )
Gli innumerevoli frutti conseguenti alla Fede operante per mezzo della carità, che hanno contraddistinto i vari secoli cristiani. Sono stati frutti di grande valore che hanno portato evangelizzazione in tutto il mondo conosciuto, molte conversioni, salvaguardia della dottrina, costituzione di ordini religiosi dediti alla cura dei corpi e delle anime, alla copiatura a mano della Bibbia, alla cura dei poveri, degli analfabeti, dei reietti della società, alla costituzione di scuole, di ospedali, di luoghi di assistenza per ogni tipo di bisogni, delle varie Caritas e delle numerosissime associazioni cattoliche organizzate ed operanti oggi per rendere concreta la carità. (Per una minima documentazione vedasi http://groups.msn.com/DIFENDERELAVERAFEDE/opereefrutti.msnw
5) L’unità dottrinale, non contraddittoria con tutte le chiarificazioni opportune a seconda delle varie eresie mosse contro di essa, per dissipare i dubbi e confermare i fratelli nell’unica fede (LUCA 22,32 IO HO PREGATO PER TE, CHE NON VENGA MENO LA TUA FEDE, E TU UNA VOLTA RAVVEDUTO CONFERMA I TUOI FRATELLI) (Ef.4,5 "un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo").
La presenza di lupi rapaci in seno alla Chiesa.
Paradossalmente, mentre per molti questo sarebbe un elemento per esprimere un giudizio solo negativo, se ben analizzato è invece un motivo in più per ritenere che la Chiesa Cattolica, la quale ammette di avere al suo interno tali lupi, è l’unica vera.
Dice infatti Paolo in Atti 20, 29: Io so che dopo la mia partenza entreranno fra voi lupi rapaci, che non risparmieranno il gregge; 30 perfino di mezzo a voi sorgeranno alcuni a insegnare dottrine perverse per attirare discepoli dietro di sé.
1Gv.2,19 dice: Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma doveva rendersi manifesto che non tutti sono dei nostri.
Storicamente sono le altre confessioni che si sono staccate da quella cattolica e non viceversa.
La Chiesa Cattolica sa esaminare tutto e trattenere ciò che vale. Nell’unica fede cattolica si riconoscono tante espressioni diverse, di metodi di evangelizzazione o di insegnamento, di carismi, di forme artistiche, di liturgia, di modi diversi per venire incontro ai bisogni degli uomini: che vengono valorizzati e ricondotti all’unità della fede. Unità che non significa uniformità ma partecipazione allo stesso Corpo di Cristo, ciascuno con la propria peculiare funzione.
Il riconoscimento dei libri ispirati, che formano sia il VT che il NT è avvenuto nell’ambito della Chiesa Cattolica, sulla base della custodia e della trasmissione costante e gelosa che avveniva nelle maggiori chiese. Non è logico accordare alla Chiesa il credito sui libri del NT che essa ha ritenuto ispirati, e non accordarle invece il credito sulla interpretazione che viene invece lasciato alla mercè di chiunque, in base al principio del libero esame che provoca scissioni a catena.
10) La Rivelazione è completa ma non tutto è ancora stato esplicitato o pienamente compreso. Ecco perché è necessario che sul fondamento già posto, e accanto al quale non può esserne posto un altro, la Chiesa continua a costruire con oro, argento e pietre preziose di approfondimento, di ulteriore conoscenza della Parola, con l’aiuto del Signore che suscita in essa maestri e dottori. La Parola non è statica e non può rimanere crocifissa, ma è sempre viva e vivificante. Pertanto le verità di fede che si trovano nelle Scritture non vengono mai messe da parte, ma sempre meglio comprese, enucleate e fedelmente esposte soprattutto dai vescovi che hanno un carisma sicuro di verità.
Siccome le altre confessioni religiose non hanno tutti questi elementi di riconoscimento, considerati simultaneamente tutti insieme, (qualcuno può anche essere posseduto ) è da ritenere che non possiedono la pienezza: potrebbero essere forse come "altre pecore" che il Signore deve condurre ugualmente e che comunque possono avere parti importanti di verità, pur non avendo tutta la ricchezza del deposito accumulato fino ad oggi dalla Chiesa Cattolica con l’aiuto dello Spirito Santo che la guida alla verità tutta intera.
Auguriamo a tutti che possano godere con noi di questo vantaggio senza correre i rischi presenti nei movimenti alternativi.
Friday, October 21, 2005
Cristo ci vince con la sua debolezza
Riflettevo sul fatto che il Signore Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò la sua gloria come una cosa da tener stretto per sè, ma si umiliò fino a prendere la forma umana, ponendosi tra gli ultimi degli uomini, cioè nella condizione di servo fino ad arrivare a dare la vita con una morte ignominiosa, pur di attirarci al suo amore.
Quanto è diverso il comportamento di Dio da quello dell'uomo!
Noi, anzichè abbassarci preferiamo innalzarci, anche a costo di sopraffare gli altri, mentre Cristo ha rinunciato agli onori dovutigli in quanto Dio, per abbassarsi fino all'ultima tra le sue creature dotate di intelletto, destando la meraviglia di tutte le gerarchie angeliche.
Noi siamo facilmente portati ad assumere atteggiamenti di superiorità e addirittura di despotismo, mentre Cristo è venuto per insegnarci il servizio e l'umiltà.
Noi siamo portati ad assumere atteggiamenti di aggressività pur di affermare o riaffermare il nostro punto di vista o la nostra posizione, mentre Cristo non ha voluto imporsi nè col suo potere nè con la sua Verità, che propone alla nostra libera adesione dicendo: imparate da me che sono umile e mite di cuore.
Anche dopo la sua ascensione al cielo, quando ogni potere egli potrebbe esercitare in cielo ed in terra, Gesù, continua a chiamarci non con l'imposizione ma con la debolezza della Croce. Non con l'arroganza ma con il suo annientamento.
Eppure la debolezza di Dio è più forte degli uomini. La stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini.
Egli ci vince non con la forza e la sopraffazione ma consegnandosi nelle nostre mani.
Quanto è diverso il comportamento di Dio da quello dell'uomo!
Noi, anzichè abbassarci preferiamo innalzarci, anche a costo di sopraffare gli altri, mentre Cristo ha rinunciato agli onori dovutigli in quanto Dio, per abbassarsi fino all'ultima tra le sue creature dotate di intelletto, destando la meraviglia di tutte le gerarchie angeliche.
Noi siamo facilmente portati ad assumere atteggiamenti di superiorità e addirittura di despotismo, mentre Cristo è venuto per insegnarci il servizio e l'umiltà.
Noi siamo portati ad assumere atteggiamenti di aggressività pur di affermare o riaffermare il nostro punto di vista o la nostra posizione, mentre Cristo non ha voluto imporsi nè col suo potere nè con la sua Verità, che propone alla nostra libera adesione dicendo: imparate da me che sono umile e mite di cuore.
Anche dopo la sua ascensione al cielo, quando ogni potere egli potrebbe esercitare in cielo ed in terra, Gesù, continua a chiamarci non con l'imposizione ma con la debolezza della Croce. Non con l'arroganza ma con il suo annientamento.
Eppure la debolezza di Dio è più forte degli uomini. La stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini.
Egli ci vince non con la forza e la sopraffazione ma consegnandosi nelle nostre mani.
Friday, October 14, 2005
La Trinità
LA TRINITA’
La Chiesa Cattolica professa la fede nella TRINITA' :
com’è possibile credere che vi sia un solo Dio e nello stesso tempo che sia formato da tre persone distinte ?
Spesso ci sentiamo dire che questo è un mistero da accogliere senza porci domande e questo in alcuni casi suscita un naturale disappunto.
Ma occorre fare una doverosa considerazione:
certamente penetrare l'abisso della ricchezza, della bellezza, della santità, della perfezione infinita di Dio non è possibile all'uomo e quindi neanche la natura di Dio che noi professiamo distinta nelle tre persone divine.
Tuttavia non è impossibile comprendere almeno razionalmente come sia possibile che le Tre Persone, Padre, Figlio e Spirito Santo abbiano la stessa natura divina e formino una inscindibile unità.
Nel libro della Genesi (1,27 28) si legge che Dio creò l'UOMO a sua immagine e somiglianza. Questa è la chiave per la comprensione. Se è vero che Dio è trinità, anche l'uomo dev'essere trinitario.
E' assai singolare che Dio dopo aver creato l'uomo col fango della terra, non crea la donna prendendo altro fango ma la forma traendola dall'uomo, durante il suo sonno, plasmandola con una sua costola, parte di lui. Possiamo vedere qui un primo esempio di come l'uomo sia sul piano fisico ad immagine del suo Creatore dal quale "procede" sul piano spirituale la Sua Parola creatrice, generata da Lui, preesistente in Lui, nel suo grembo.
Dice infatti l'evangelista (Gv. 1,18), traducendo direttamente dal testo originale greco: "l'Unigenito Dio che era nel seno del Padre, ce lo ha fatto conoscere".
Gesù afferma che il maschio e la femmina uniti in matrimonio formano UNA SOLA CARNE, eppure essi sono due persone distinte materialmente, psicologicamente e spiritualmente.
E' meraviglioso considerare e costatare come sia reale la profonda unità che lega i due sessi, la loro complementarietà fisica, psicologica e spirituale;
tutto questo è sotto i nostri occhi e non possiamo negarlo.
La moglie e il marito congiunti insieme formano una inscindibile unità tanto che Gesù insegna a non osar separare ciò che Dio ha unito. Ecco il miracolo che anche noi sul piano della natura creata rappresentiamo: le due persone sono distinte ma formano una sola carne; non hanno due diverse nature ma la stessa natura umana ed inoltre: NON SONO PIU' DUE MA UNA SOLA CARNE (Marco 10,8).
Ma andiamo ancora avanti e scopriamo qualcosa di ancora più meraviglioso.
Un nuovo e singolare miracolo si presenta quando le due persone unite in una sola carne, in comunione di amore danno origine ad una terza persona, distinta dai due precedenti ma perfettamente unita ad esse nello stesso grembo della madre che lo ha concepita. Tre persone distinte, una sola carne, una sola natura. Essi formano una assoluta unita': non unita' di carattere solo morale, o di semplice volontà. L'evidenza fisiologica mostra l'unita' corporea di questi tre esseri in se distinti. Ed essi sono, ricordiamolo, fatti ad IMMAGINE E SOMIGLIANZA DI DIO che noi appunto affermiamo essere un solo Dio, una sola natura divina, in tre Persone. La fede cattolica insegna che lo Spirito Santo infatti, è la terza persona e che procede dall'amore tra il Padre e il Figlio.
Naturalmente la grandezza di Dio, e per analogia la grandezza dell'uomo va molto al di là di queste semplici considerazioni che servono solo a comprendere come sia possibile la perfetta e reale unità di tre persone distinte e perciò si potrebbero fare molte altre osservazioni.
Se qualcuno volesse approfondire maggiormente il problema vi sono molte opere tra le quali possiamo ricordare quella immortale di S.Agostino: "DE TRINITATE". In questa opera, il santo affronta anche l’esempio della famiglia umana come possibile immagine della trinità, in cui sostiene che vi sono esempi ancora più calzanti prendendo l’uomo anche solo individualmente; egli propone perciò di considerare l’anima umana come immagine della Trinità, essendo formata da tre parti perfettamente distinte ed unite: l’intelligenza, la memoria e la volontà.
E’ chiaro che esiste pur sempre una sproporzione tra l’uomo e Dio anche se noi possiamo scorgere nell’uomo per analogia un’ombra della sua grandezza, sia considerandolo come individuo sia come essere comunionale nella famiglia.
Quanto detto può essere sufficiente però a ritenere possibile razionalmente quello che viene definito Mistero della Trinità.
Il Vangelo ci fa conoscere senza ombra di dubbio che Gesù e' il Figlio di Dio. Figlio e' da ritenere con assoluta certezza in senso proprio, non figurato o metaforico, pena il tradimento completo del cuore del vangelo che si basa esclusivamente sulla fede nel Figlio di Dio su cui è stata fondata la Chiesa.(cf.Mt.16,15 ss) Chi sostiene che Gesù è un essere creato, nega di fatto che Egli è veramente Figlio di Dio e nega anche il Vangelo quando riporta testualmente le parole del Padre: "questi è il mio Figlio diletto, ascoltatelo".
Nel genere umano un figlio e' un essere che viene generato dagli stessi elementi sostanziali dei genitori e una volta nato e' anch'egli un uomo a tutti gli effetti: notiamo bene che il padre e' di natura umana, la madre e' di natura umana, il figlio e' di natura umana: sono tre esseri distinti ma una sola e' la loro natura e la loro sostanza, sono uguali nella loro dignità' umana seppur diversi quanto alla loro specifica funzione.
Riportando sul piano divino questa osservazione dobbiamo ritenere fermamente che Dio Padre può essere chiamato veramente Padre in senso proprio solo ed unicamente se ammettiamo che Egli abbia un vero Figlio: se questo Figlio unigenito di Dio di cui riferiscono gli evangelisti fosse anch'egli una creatura per quanto la più alta di tutte non potremmo dire che il Padre sia veramente tale bensì che egli e' solo un Creatore: l'espressione UNIGENITO attribuito a Gesù tante volte nel vangelo significa appunto UNICO GENERATO, (dunque non creato). La natura del Figlio e' identica alla natura del Padre allo stesso modo che un padre umano genera un figlio di natura umana.
L'amore che nasce tra Dio Padre e Dio Figlio genera lo Spirito Santo: la famiglia di Dio e' veramente il prototipo della famiglia umana, ecco fin dove si spinge la somiglianza dell'uomo con Dio: un vero capolavoro solo se concepito un insieme di persone, una famiglia appunto. Possiamo anche dire che ogni volta che si tradisce o si ferisce l'unità della famiglia si deturpa l'immagine della Trinità di cui è segno.
In questa ottica potremo capire tutte le espressioni della Scrittura che riguardano la natura divina di Cristo e perché Giovanni apostolo inizia il suo vangelo dicendo :
"la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio". (Gv.1,1)
Cerchiamo di comprendere questo versetto che suona come una solenne introduzione del Vangelo di Giovanni.
Chi non crede che il Padre abbia un vero Figlio pensa che questa traduzione non sia corretta (come pensa che non sia corretta la traduzione di tutte le altre espressioni sulla divinità di Cristo). Questo testo significa chiaramente che il Figlio (la Parola) era presso Dio Padre e che lo stesso Figlio era Dio: Figlio distinto dal Padre (dice infatti che era presso il Padre) ma della stessa sua natura.
Dice inoltre che in principio la Parola ERA. Se ERA, non fu creata ma ESISTEVA già. Quando e' sorto il principio di tutte le cose Egli ERA. Dice Giovanni (1,3) che TUTTE LE COSE SONO STATE FATTE PER MEZZO DI LUI E SENZA DI LUI NEPPURE UNA DELLE COSE CHE ESISTONO SONO STATE FATTE.
Pertanto è chiarissimo che Gesù non è stato creato in quanto NEPPURE UNA DELLE COSE FATTE è stato fatto senza di Lui. Egli non era perciò tra le cose fatte, preesisteva ad esse. Se fosse stato fatto (creato) non sarebbe vero quanto afferma Giovanni dicendo che neppure una delle cose fatte è stata fatta senza di Lui.
Anche il TEMPO e' stato fatto per mezzo di Lui. Prima del principio del tempo LA PAROLA ERA. Egli e' stato generato al di fuori del tempo, nell’eternità, dunque senza principio di tempo: per questo affermiamo che e' eterno quanto il Padre. In Ebrei 1,2 troviamo che per mezzo del Figlio sono stati creati gli eoni, termine tradotto letteralmente dal greco originale che designa le cose e il tempo.
Questo conferma pienamente quanto dice Gv.1,3
Solo in questa ottica possiamo comprendere le espressioni del Nuovo Testamento che affermano direttamente o indirettamente la divinità di Gesù come ad esempio quelle che sono qui sotto riferite:
GV.20.28 GLI RISPOSE TOMMASO: "MIO SIGNORE E MIO DIO".
GV.14.6 CHI HA VISTO ME HA VISTO IL PADRE
GV.14.8 IO SONO NEL PADRE E IL PADRE E' IN ME
1GV.5.20 E NOI SIAMO NEL VERO, NEL FIGLIO SUO GESU' CRISTO, QUESTI E' IL VERO DIO E LA VITA ETERNA.
GV.5.18 CHIAMAVA DIO SUO PADRE FACENDOSI UGUALE A DIO.
GV.10.33 TU CHE SEI UOMO TI FAI DIO.
TITO 2.13 DEL NOSTRO GRANDE DIO E SALVATORE GESU' CRISTO.
2PT.1.1 DEL NOSTRO DIO E SALVATORE GESU' CRISTO.
ROM.9.5 (DAI PATRIARCHI) PROVIENE CRISTO SECONDO LA CARNE, EGLI CHE E' SOPRA
OGNI COSA, DIO BENEDETTO IN ETERNO.
SAL.2.7 TU SEI MIO FIGLIO, OGGI TI HO GENERATO
EB.1.5 A QUALE DEGLI ANGELI HA MAI DETTO : TU SEI MIO FIGLIO, OGGI TI HO
GENERATO?
EB.1.8 MA DEL FIGLIO DICE: IL TUO TRONO, DIO, STA IN ETERNO E: TU SIGNORE
DA PRINCIPIO HAI FONDATO LA TERRA
FIL.2.6 CRISTO GESU' PUR ESSENDO NELLA FORMA DI DIO, NON REPUTO' RAPINA IL
SUO ESSERE UGUALE A DIO
FIL. 2.10 NEL NOME DI GESU' OGNI GINOCCHIO SI PIEGHI NEI CIELI, IN TERRA E
SOTTO TERRA
COL.2.9 E' IN CRISTO GESU' CHE ABITA CORPORALMENTE TUTTA LA PIENEZZA DELLA
DIVINITA'.
GV.10.17 IO HO IL POTERE DI CEDERLA (LA VITA) E IL POTERE DI RIPRENDERLA.
GV.14.6 IO SONO LA VIA, LA VERITA' E LA VITA
GV.8.58 PRIMA CHE ABRAMO FOSSE IO SONO.
GV.8.24 SE NON CREDETE CHE IO SONO MORIRETE NEI VOSTRI PECCATI.
GV.8.28 QUANDO AVRETE INNALZATO IL FIGLIO DELL'UOMO ALLORA SAPRETE CHE IO
SONO.
GV.18.5 APPENA DISSE: SONO IO, INDIETREGGIARONO E CADDERO A TERRA
GV.19.7 RISPOSERO I GIUDEI DEVE MORIRE PERCHE' SI E' FATTO FIGLIO DIO.
1COR.8.6 …CI SONO MOLTI DEI E SIGNORI MA PER NOI C'E' UN SOLO SIGNORE, GESU'
CRISTO.
AP.17.14 L'AGNELLO LI VINCERA' PERCHE' EGLI E' IL SIGNORE DEI SIGNORI E IL
RE DEI RE.
EB.1.6 …TUTTI GLI ANGELI LO ADORINO.
MT.2.10 (I MAGI) PROSTRATISI LO ADORARONO.
LU.24.52 ESSI ADORATOLO, TORNARONO A GERUSALEMME.
Tutte le espressioni bibliche che sembrano attribuire a Gesù una natura inferiore a quella divina sono scritte non a caso o per invalidare le espressioni che invece ne confermano la natura divina, ma semplicemente per affermare che Gesù ha pienamente in sé anche la natura umana, ubbidiente alla volontà del Padre.
Egli è veramente Figlio di Dio, e Figlio dell’uomo. Come figlio dell’uomo egli è veramente uomo, di natura umana, come figlio di Dio egli è veramente Dio e di natura divina; non è difficile capire che il figlio di un gatto è pienamente un gatto, quello di un cane lo stesso e così via.
Purtroppo vi sono stati e vi sono coloro che negano a Cristo o l’una o l’altra natura e per fare questo hanno dovuto distorcere le attestazioni bibliche che li contraddicono: la Chiesa invece dà pieno significato sia alle espressioni che attestano la natura umana di Cristo, sia a quelle che ne attestano la natura divina dandoci così l’insegnamento preciso sulla sua persona, senza deviazioni.
Lo stesso Gesu' poi ci fa conoscere l'esistenza di un altro CONSOLATORE, che il Padre avrebbe mandato ai suoi seguaci dopo il suo ritorno al Padre rivelandocene la missione nel tempo (cf.Giov.cap.16).
Senza commentare i numerosi brani scritturistici che dimostrano la realtà' personale dello Spirito Santo, inteso cioè' come persona che agisce, illumina, conforta, decide ecc.… basti ricordare che la salvezza umana viene subordinata da Gesù' alla fede e al battesimo nel "NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO".(Mt.28,19)
Tra i testi biblici che riguardano la persona dello Spirito Santo troviamo:
2COR.13.13 LA GRAZIA DEL SIGNORE GESU' CRISTO, L'AMORE DI DIO PADRE, E LA COMUNIONE DELLO SPIRITO SANTO SIANO CON VOI.
ROM.15.30 VI ESORTO PER IL SIGNORE GESU' CRISTO E L'AMORE DELLO SPIRITO A LOTTARE NELLE PREGHIERE A DIO.
AT.13.2 4 LO SPIRITO SANTO DISSE: RISERVATE PER ME
AT.15.28 ABBIAMO DECISO, LO SPIRITO SANTO E NOI…
2COR.3.17 IL SIGNORE E' LO SPIRITO…E DOV’E’ LO SPIRITO DEL SIGNORE IVI E’ LIBERTA’.
GV. 4 DIO E’ SPIRITO E COLORO CHE L’ADORANO DEVONO ADORARLO IN SPIRITO E VERITA’.
La Chiesa Cattolica professa la fede nella TRINITA' :
com’è possibile credere che vi sia un solo Dio e nello stesso tempo che sia formato da tre persone distinte ?
Spesso ci sentiamo dire che questo è un mistero da accogliere senza porci domande e questo in alcuni casi suscita un naturale disappunto.
Ma occorre fare una doverosa considerazione:
certamente penetrare l'abisso della ricchezza, della bellezza, della santità, della perfezione infinita di Dio non è possibile all'uomo e quindi neanche la natura di Dio che noi professiamo distinta nelle tre persone divine.
Tuttavia non è impossibile comprendere almeno razionalmente come sia possibile che le Tre Persone, Padre, Figlio e Spirito Santo abbiano la stessa natura divina e formino una inscindibile unità.
Nel libro della Genesi (1,27 28) si legge che Dio creò l'UOMO a sua immagine e somiglianza. Questa è la chiave per la comprensione. Se è vero che Dio è trinità, anche l'uomo dev'essere trinitario.
E' assai singolare che Dio dopo aver creato l'uomo col fango della terra, non crea la donna prendendo altro fango ma la forma traendola dall'uomo, durante il suo sonno, plasmandola con una sua costola, parte di lui. Possiamo vedere qui un primo esempio di come l'uomo sia sul piano fisico ad immagine del suo Creatore dal quale "procede" sul piano spirituale la Sua Parola creatrice, generata da Lui, preesistente in Lui, nel suo grembo.
Dice infatti l'evangelista (Gv. 1,18), traducendo direttamente dal testo originale greco: "l'Unigenito Dio che era nel seno del Padre, ce lo ha fatto conoscere".
Gesù afferma che il maschio e la femmina uniti in matrimonio formano UNA SOLA CARNE, eppure essi sono due persone distinte materialmente, psicologicamente e spiritualmente.
E' meraviglioso considerare e costatare come sia reale la profonda unità che lega i due sessi, la loro complementarietà fisica, psicologica e spirituale;
tutto questo è sotto i nostri occhi e non possiamo negarlo.
La moglie e il marito congiunti insieme formano una inscindibile unità tanto che Gesù insegna a non osar separare ciò che Dio ha unito. Ecco il miracolo che anche noi sul piano della natura creata rappresentiamo: le due persone sono distinte ma formano una sola carne; non hanno due diverse nature ma la stessa natura umana ed inoltre: NON SONO PIU' DUE MA UNA SOLA CARNE (Marco 10,8).
Ma andiamo ancora avanti e scopriamo qualcosa di ancora più meraviglioso.
Un nuovo e singolare miracolo si presenta quando le due persone unite in una sola carne, in comunione di amore danno origine ad una terza persona, distinta dai due precedenti ma perfettamente unita ad esse nello stesso grembo della madre che lo ha concepita. Tre persone distinte, una sola carne, una sola natura. Essi formano una assoluta unita': non unita' di carattere solo morale, o di semplice volontà. L'evidenza fisiologica mostra l'unita' corporea di questi tre esseri in se distinti. Ed essi sono, ricordiamolo, fatti ad IMMAGINE E SOMIGLIANZA DI DIO che noi appunto affermiamo essere un solo Dio, una sola natura divina, in tre Persone. La fede cattolica insegna che lo Spirito Santo infatti, è la terza persona e che procede dall'amore tra il Padre e il Figlio.
Naturalmente la grandezza di Dio, e per analogia la grandezza dell'uomo va molto al di là di queste semplici considerazioni che servono solo a comprendere come sia possibile la perfetta e reale unità di tre persone distinte e perciò si potrebbero fare molte altre osservazioni.
Se qualcuno volesse approfondire maggiormente il problema vi sono molte opere tra le quali possiamo ricordare quella immortale di S.Agostino: "DE TRINITATE". In questa opera, il santo affronta anche l’esempio della famiglia umana come possibile immagine della trinità, in cui sostiene che vi sono esempi ancora più calzanti prendendo l’uomo anche solo individualmente; egli propone perciò di considerare l’anima umana come immagine della Trinità, essendo formata da tre parti perfettamente distinte ed unite: l’intelligenza, la memoria e la volontà.
E’ chiaro che esiste pur sempre una sproporzione tra l’uomo e Dio anche se noi possiamo scorgere nell’uomo per analogia un’ombra della sua grandezza, sia considerandolo come individuo sia come essere comunionale nella famiglia.
Quanto detto può essere sufficiente però a ritenere possibile razionalmente quello che viene definito Mistero della Trinità.
Il Vangelo ci fa conoscere senza ombra di dubbio che Gesù e' il Figlio di Dio. Figlio e' da ritenere con assoluta certezza in senso proprio, non figurato o metaforico, pena il tradimento completo del cuore del vangelo che si basa esclusivamente sulla fede nel Figlio di Dio su cui è stata fondata la Chiesa.(cf.Mt.16,15 ss) Chi sostiene che Gesù è un essere creato, nega di fatto che Egli è veramente Figlio di Dio e nega anche il Vangelo quando riporta testualmente le parole del Padre: "questi è il mio Figlio diletto, ascoltatelo".
Nel genere umano un figlio e' un essere che viene generato dagli stessi elementi sostanziali dei genitori e una volta nato e' anch'egli un uomo a tutti gli effetti: notiamo bene che il padre e' di natura umana, la madre e' di natura umana, il figlio e' di natura umana: sono tre esseri distinti ma una sola e' la loro natura e la loro sostanza, sono uguali nella loro dignità' umana seppur diversi quanto alla loro specifica funzione.
Riportando sul piano divino questa osservazione dobbiamo ritenere fermamente che Dio Padre può essere chiamato veramente Padre in senso proprio solo ed unicamente se ammettiamo che Egli abbia un vero Figlio: se questo Figlio unigenito di Dio di cui riferiscono gli evangelisti fosse anch'egli una creatura per quanto la più alta di tutte non potremmo dire che il Padre sia veramente tale bensì che egli e' solo un Creatore: l'espressione UNIGENITO attribuito a Gesù tante volte nel vangelo significa appunto UNICO GENERATO, (dunque non creato). La natura del Figlio e' identica alla natura del Padre allo stesso modo che un padre umano genera un figlio di natura umana.
L'amore che nasce tra Dio Padre e Dio Figlio genera lo Spirito Santo: la famiglia di Dio e' veramente il prototipo della famiglia umana, ecco fin dove si spinge la somiglianza dell'uomo con Dio: un vero capolavoro solo se concepito un insieme di persone, una famiglia appunto. Possiamo anche dire che ogni volta che si tradisce o si ferisce l'unità della famiglia si deturpa l'immagine della Trinità di cui è segno.
In questa ottica potremo capire tutte le espressioni della Scrittura che riguardano la natura divina di Cristo e perché Giovanni apostolo inizia il suo vangelo dicendo :
"la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio". (Gv.1,1)
Cerchiamo di comprendere questo versetto che suona come una solenne introduzione del Vangelo di Giovanni.
Chi non crede che il Padre abbia un vero Figlio pensa che questa traduzione non sia corretta (come pensa che non sia corretta la traduzione di tutte le altre espressioni sulla divinità di Cristo). Questo testo significa chiaramente che il Figlio (la Parola) era presso Dio Padre e che lo stesso Figlio era Dio: Figlio distinto dal Padre (dice infatti che era presso il Padre) ma della stessa sua natura.
Dice inoltre che in principio la Parola ERA. Se ERA, non fu creata ma ESISTEVA già. Quando e' sorto il principio di tutte le cose Egli ERA. Dice Giovanni (1,3) che TUTTE LE COSE SONO STATE FATTE PER MEZZO DI LUI E SENZA DI LUI NEPPURE UNA DELLE COSE CHE ESISTONO SONO STATE FATTE.
Pertanto è chiarissimo che Gesù non è stato creato in quanto NEPPURE UNA DELLE COSE FATTE è stato fatto senza di Lui. Egli non era perciò tra le cose fatte, preesisteva ad esse. Se fosse stato fatto (creato) non sarebbe vero quanto afferma Giovanni dicendo che neppure una delle cose fatte è stata fatta senza di Lui.
Anche il TEMPO e' stato fatto per mezzo di Lui. Prima del principio del tempo LA PAROLA ERA. Egli e' stato generato al di fuori del tempo, nell’eternità, dunque senza principio di tempo: per questo affermiamo che e' eterno quanto il Padre. In Ebrei 1,2 troviamo che per mezzo del Figlio sono stati creati gli eoni, termine tradotto letteralmente dal greco originale che designa le cose e il tempo.
Questo conferma pienamente quanto dice Gv.1,3
Solo in questa ottica possiamo comprendere le espressioni del Nuovo Testamento che affermano direttamente o indirettamente la divinità di Gesù come ad esempio quelle che sono qui sotto riferite:
GV.20.28 GLI RISPOSE TOMMASO: "MIO SIGNORE E MIO DIO".
GV.14.6 CHI HA VISTO ME HA VISTO IL PADRE
GV.14.8 IO SONO NEL PADRE E IL PADRE E' IN ME
1GV.5.20 E NOI SIAMO NEL VERO, NEL FIGLIO SUO GESU' CRISTO, QUESTI E' IL VERO DIO E LA VITA ETERNA.
GV.5.18 CHIAMAVA DIO SUO PADRE FACENDOSI UGUALE A DIO.
GV.10.33 TU CHE SEI UOMO TI FAI DIO.
TITO 2.13 DEL NOSTRO GRANDE DIO E SALVATORE GESU' CRISTO.
2PT.1.1 DEL NOSTRO DIO E SALVATORE GESU' CRISTO.
ROM.9.5 (DAI PATRIARCHI) PROVIENE CRISTO SECONDO LA CARNE, EGLI CHE E' SOPRA
OGNI COSA, DIO BENEDETTO IN ETERNO.
SAL.2.7 TU SEI MIO FIGLIO, OGGI TI HO GENERATO
EB.1.5 A QUALE DEGLI ANGELI HA MAI DETTO : TU SEI MIO FIGLIO, OGGI TI HO
GENERATO?
EB.1.8 MA DEL FIGLIO DICE: IL TUO TRONO, DIO, STA IN ETERNO E: TU SIGNORE
DA PRINCIPIO HAI FONDATO LA TERRA
FIL.2.6 CRISTO GESU' PUR ESSENDO NELLA FORMA DI DIO, NON REPUTO' RAPINA IL
SUO ESSERE UGUALE A DIO
FIL. 2.10 NEL NOME DI GESU' OGNI GINOCCHIO SI PIEGHI NEI CIELI, IN TERRA E
SOTTO TERRA
COL.2.9 E' IN CRISTO GESU' CHE ABITA CORPORALMENTE TUTTA LA PIENEZZA DELLA
DIVINITA'.
GV.10.17 IO HO IL POTERE DI CEDERLA (LA VITA) E IL POTERE DI RIPRENDERLA.
GV.14.6 IO SONO LA VIA, LA VERITA' E LA VITA
GV.8.58 PRIMA CHE ABRAMO FOSSE IO SONO.
GV.8.24 SE NON CREDETE CHE IO SONO MORIRETE NEI VOSTRI PECCATI.
GV.8.28 QUANDO AVRETE INNALZATO IL FIGLIO DELL'UOMO ALLORA SAPRETE CHE IO
SONO.
GV.18.5 APPENA DISSE: SONO IO, INDIETREGGIARONO E CADDERO A TERRA
GV.19.7 RISPOSERO I GIUDEI DEVE MORIRE PERCHE' SI E' FATTO FIGLIO DIO.
1COR.8.6 …CI SONO MOLTI DEI E SIGNORI MA PER NOI C'E' UN SOLO SIGNORE, GESU'
CRISTO.
AP.17.14 L'AGNELLO LI VINCERA' PERCHE' EGLI E' IL SIGNORE DEI SIGNORI E IL
RE DEI RE.
EB.1.6 …TUTTI GLI ANGELI LO ADORINO.
MT.2.10 (I MAGI) PROSTRATISI LO ADORARONO.
LU.24.52 ESSI ADORATOLO, TORNARONO A GERUSALEMME.
Tutte le espressioni bibliche che sembrano attribuire a Gesù una natura inferiore a quella divina sono scritte non a caso o per invalidare le espressioni che invece ne confermano la natura divina, ma semplicemente per affermare che Gesù ha pienamente in sé anche la natura umana, ubbidiente alla volontà del Padre.
Egli è veramente Figlio di Dio, e Figlio dell’uomo. Come figlio dell’uomo egli è veramente uomo, di natura umana, come figlio di Dio egli è veramente Dio e di natura divina; non è difficile capire che il figlio di un gatto è pienamente un gatto, quello di un cane lo stesso e così via.
Purtroppo vi sono stati e vi sono coloro che negano a Cristo o l’una o l’altra natura e per fare questo hanno dovuto distorcere le attestazioni bibliche che li contraddicono: la Chiesa invece dà pieno significato sia alle espressioni che attestano la natura umana di Cristo, sia a quelle che ne attestano la natura divina dandoci così l’insegnamento preciso sulla sua persona, senza deviazioni.
Lo stesso Gesu' poi ci fa conoscere l'esistenza di un altro CONSOLATORE, che il Padre avrebbe mandato ai suoi seguaci dopo il suo ritorno al Padre rivelandocene la missione nel tempo (cf.Giov.cap.16).
Senza commentare i numerosi brani scritturistici che dimostrano la realtà' personale dello Spirito Santo, inteso cioè' come persona che agisce, illumina, conforta, decide ecc.… basti ricordare che la salvezza umana viene subordinata da Gesù' alla fede e al battesimo nel "NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO".(Mt.28,19)
Tra i testi biblici che riguardano la persona dello Spirito Santo troviamo:
2COR.13.13 LA GRAZIA DEL SIGNORE GESU' CRISTO, L'AMORE DI DIO PADRE, E LA COMUNIONE DELLO SPIRITO SANTO SIANO CON VOI.
ROM.15.30 VI ESORTO PER IL SIGNORE GESU' CRISTO E L'AMORE DELLO SPIRITO A LOTTARE NELLE PREGHIERE A DIO.
AT.13.2 4 LO SPIRITO SANTO DISSE: RISERVATE PER ME
AT.15.28 ABBIAMO DECISO, LO SPIRITO SANTO E NOI…
2COR.3.17 IL SIGNORE E' LO SPIRITO…E DOV’E’ LO SPIRITO DEL SIGNORE IVI E’ LIBERTA’.
GV. 4 DIO E’ SPIRITO E COLORO CHE L’ADORANO DEVONO ADORARLO IN SPIRITO E VERITA’.
Tuesday, October 11, 2005
COME E' GRANDE LA VITA
COME E’ GRANDE LA VITA
La vita è una gita in salita
un’ardita partita,
una sfida accanita.
E' un pò appassita
Quando è subìta,
Ma può essere ordita
con le proprie dita.
Se da colpe è intristita,
non appena pentita
e davvero contrita,
ritorna pulita.
A volte è atterrita
Ma se a Dio s’affida
Non andrà mai smarrita.
La vita è una gita in salita
un’ardita partita,
una sfida accanita.
E' un pò appassita
Quando è subìta,
Ma può essere ordita
con le proprie dita.
Se da colpe è intristita,
non appena pentita
e davvero contrita,
ritorna pulita.
A volte è atterrita
Ma se a Dio s’affida
Non andrà mai smarrita.
Tuesday, October 04, 2005
LA VERA LIBERTA'
La vera libertà non consiste nel fare quello che si vuole.
Se ciò che si vuole ad esempio nuoce a sè stessi e al prossimo non può essere considerato vera libertà anche se può al momento far piacere. Il risultato finale sarebbe negativo, portando sofferenza.
La vera libertà consiste nel poter aderire al progetto secondo il quale noi siamo stati creati, in armonia con tale progetto che è anche destinato a portare vera e duratura felicità finale, anche se al momento potrebbe essere faticoso.
Se ciò che si vuole ad esempio nuoce a sè stessi e al prossimo non può essere considerato vera libertà anche se può al momento far piacere. Il risultato finale sarebbe negativo, portando sofferenza.
La vera libertà consiste nel poter aderire al progetto secondo il quale noi siamo stati creati, in armonia con tale progetto che è anche destinato a portare vera e duratura felicità finale, anche se al momento potrebbe essere faticoso.
TU SEI
TU SEI
Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio,
tu sei il Messia inviato dal Padre,
tu sei l'Eterna vivente Parola
fatto uomo come noi.
Tu sei la via, sei la verità,
tu sei la vita e la risurrezione,
chi crede in te, anche se muore
vivrà in eterno.
Tu sei il buon Pastore che offre la sua vita
tu sei il mite Agnello di Dio,
Tu sei il Maestro e sei il Signore
ma anche nostro Servitor.
Tu sei il chicco di grano caduto
su questa terra per poter morire
e produrre una nuova spiga matura,
Tu sei il Risorto.
Tu sei il Pane vivo disceso dal cielo
che sazia la fame di ogni credente,
tu sei la vite che porta il buon frutto
per la nostra sete.
Tu sei la luce che illumina l’uomo
tu sei l'amico e sei il fratello
Tu sei il fuoco che scalda i cuori
Tu sei l'Amore.
Tu sei la sorgente dell'acqua viva
Tu sei la Roccia che mai non vacilla
Tu sei il Signore dei signori
Tu sei il Re dei re.
Tu sei il Principio Tu sei la Fine
sei il Primo e l'Ultimo, l'Alfa e l'Omega,
Tu sei il Giudice Misericordioso,
Tu sei il Salvatore.
Tu sei il Vittorioso Leone di Giuda
Tu sei lo Sposo che la Sposa attende
tu sei Colui che è e che viene:
"Vieni Signore Gesù !".
Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio,
tu sei il Messia inviato dal Padre,
tu sei l'Eterna vivente Parola
fatto uomo come noi.
Tu sei la via, sei la verità,
tu sei la vita e la risurrezione,
chi crede in te, anche se muore
vivrà in eterno.
Tu sei il buon Pastore che offre la sua vita
tu sei il mite Agnello di Dio,
Tu sei il Maestro e sei il Signore
ma anche nostro Servitor.
Tu sei il chicco di grano caduto
su questa terra per poter morire
e produrre una nuova spiga matura,
Tu sei il Risorto.
Tu sei il Pane vivo disceso dal cielo
che sazia la fame di ogni credente,
tu sei la vite che porta il buon frutto
per la nostra sete.
Tu sei la luce che illumina l’uomo
tu sei l'amico e sei il fratello
Tu sei il fuoco che scalda i cuori
Tu sei l'Amore.
Tu sei la sorgente dell'acqua viva
Tu sei la Roccia che mai non vacilla
Tu sei il Signore dei signori
Tu sei il Re dei re.
Tu sei il Principio Tu sei la Fine
sei il Primo e l'Ultimo, l'Alfa e l'Omega,
Tu sei il Giudice Misericordioso,
Tu sei il Salvatore.
Tu sei il Vittorioso Leone di Giuda
Tu sei lo Sposo che la Sposa attende
tu sei Colui che è e che viene:
"Vieni Signore Gesù !".
Monday, October 03, 2005
Non siamo padroni
Nell’Antico Testamento in primo piano c’è l’accusa per la violazione della giustizia sociale, per il disprezzo dell’uomo da parte dell’uomo. Sullo sfondo appare però che, con il disprezzo della Torah, del diritto donato da Dio, è Dio stesso che viene disprezzato; si vuole soltanto godere del proprio potere. Questo aspetto è messo in risalto pienamente nella parabola di Gesù: gli affittuari non vogliono avere un padrone – e questi affittuari costituiscono uno specchio anche per noi. Noi uomini, ai quali la creazione, per così dire, è affidata in gestione, la usurpiamo. Vogliamo esserne i padroni in prima persona e da soli. Vogliamo possedere il mondo e la nostra stessa vita in modo illimitato. Dio ci è d’intralcio. O si fa di Lui una semplice frase devota o Egli viene negato del tutto, bandito dalla vita pubblica, così da perdere ogni significato. La tolleranza, che ammette per così dire Dio come opinione privata, ma gli rifiuta il dominio pubblico, la realtà del mondo e della nostra vita, non è tolleranza ma ipocrisia. Laddove però l’uomo si fa unico padrone del mondo e proprietario di se stesso, non può esistere la giustizia. Là può dominare solo l’arbitrio del potere e degli interessi. Certo, si può cacciare il Figlio fuori della vigna e ucciderlo, per gustare egoisticamente da soli i frutti della terra. Ma allora la vigna ben presto si trasforma in un terreno incolto calpestato dai cinghiali, come ci dice il Salmo responsoriale (cfr Sal 79,14).
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