Friday, October 21, 2005

Cristo ci vince con la sua debolezza

Riflettevo sul fatto che il Signore Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò la sua gloria come una cosa da tener stretto per sè, ma si umiliò fino a prendere la forma umana, ponendosi tra gli ultimi degli uomini, cioè nella condizione di servo fino ad arrivare a dare la vita con una morte ignominiosa, pur di attirarci al suo amore.

Quanto è diverso il comportamento di Dio da quello dell'uomo!

Noi, anzichè abbassarci preferiamo innalzarci, anche a costo di sopraffare gli altri, mentre Cristo ha rinunciato agli onori dovutigli in quanto Dio, per abbassarsi fino all'ultima tra le sue creature dotate di intelletto, destando la meraviglia di tutte le gerarchie angeliche.
Noi siamo facilmente portati ad assumere atteggiamenti di superiorità e addirittura di despotismo, mentre Cristo è venuto per insegnarci il servizio e l'umiltà.
Noi siamo portati ad assumere atteggiamenti di aggressività pur di affermare o riaffermare il nostro punto di vista o la nostra posizione, mentre Cristo non ha voluto imporsi nè col suo potere nè con la sua Verità, che propone alla nostra libera adesione dicendo: imparate da me che sono umile e mite di cuore.
Anche dopo la sua ascensione al cielo, quando ogni potere egli potrebbe esercitare in cielo ed in terra, Gesù, continua a chiamarci non con l'imposizione ma con la debolezza della Croce. Non con l'arroganza ma con il suo annientamento.

Eppure la debolezza di Dio è più forte degli uomini. La stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini.
Egli ci vince non con la forza e la sopraffazione ma consegnandosi nelle nostre mani.

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