Sunday, September 06, 2009

L'AMORE PIU' GRANDE

Gesù, nonostante vivesse nella gloria del Padre dall'eternità, per salvare noi uomini peccatori, lasciò l'onnipotenza del cielo e si fece povero, soffrì la persecuzione, la fame, la sete, la fatica, il lavoro, il sudore di sangue, l'incomprensione, il rifiuto, la condanna dei capi religiosi e civili e del popolo, il rinnegamento dei suoi più intimi, si sottopose a sputi, schiaffi, frustate, sanguinamento, strattonate, denudamento, derisione, disprezzo, bastonate su spine al capo, trasporto di un pesante legno, disidratazione, cadute, escoriazioni, e una volta stiracchiato per poterlo inchiodare alla croce, anche la sfida quale ultima tentazione da parte dei suoi aguzzini: se Dio è suo amico lo salvi. E anche dopo la morte non ha avuto tregua: una lancia gli ha trapassato il petto raggiungendo il cuore e facendone uscire sangue e siero.
Si è sfibrato, dissanguato, lacerato, martoriato; per me, per te, per tutti noi.
Di quale amore non sarà degno un simile Essere che ci ha amati a tal punto da rinnegare completamente Se stesso per offrirsi a noi in modo così vertiginosamente inconcepibile? Si è realmente gettato giù nel profondo del nostro abisso mortale per raggiungerci anche lì, nel baratro in cui avevamo meritato di andare. Anche in questo Egli ha dimostrato di essere il Figlio di Dio.

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